JARBA - Edizione 2016

Proceedings of the 12th Applied Behavior Analysis Conference

Plenary Session – June 24, 2016

Behavior Analysis without borders

Maria Martha Hübner (ABA International)

Abstract

Under the leadership of its Executive Council, ABAI has been crossing geographical borders for the last four decades, disseminating behavior analysis around the world through grants and awards, support of chapters on five continents, and conferences that welcome participation from behavior analysts across the globe. The consistent and unique epistemology of behavior analysis means that geographical borders need not be impediments to the advancement of our field. Paradoxically, however, the domains within behavior analysis (basic research, applied research, service delivery, and theory and philosophy) have created borders that have not been easy to cross or navigate, although many authors have pointed out that such navigation is critical. The ABAI Program Committee has been suggesting to presenters who primarily do basic research to discuss the applied implications of their work, and vice versa. Nevertheless, many behavior analysts still see our field as fragmented. What are the contingencies that make interaction among the different domains of behavior analysis so difficult? What are the contingencies that control the wrong assumption that some domains are more important than others? These contingencies will be analyzed, and recent data and data from the literature will be presented.

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Come adottare i falsi miti della psicologia
e fallire come manager, professionista, insegnante, genitore o legislatore

Fabio Tosolin (AARBA)

Abstract

L’umanità condivide i meccanismi dell’evoluzione darwiniana con tutte le specie esistenti, ma ha sviluppato un secondo tipo di evoluzione, sua soltanto: quella culturale. La capacità di adattamento consentita dall’evoluzione culturale mette gli uomini in grado di reagire ai mutamenti dell’ambiente esterno in modo rapidissimo, ed è ciò che ci ha permesso di diventare la specie dominante sul pianeta: il comportamento la chiave di volta per riuscire in ogni ambito della vita. È solo da poco più di un secolo tuttavia che si è iniziato ad adottare il metodo scientifico allo studio del comportamento umano. Da poco tempo e in pochi ambiti si è accettata l’idea che i nostri comportamenti siano frutto di evoluzione determinata dall’ambiente in cui viviamo. E la diffusione delle scoperte che sono state fatte dalla Scienza del Comportamento è sempre stata ed è tuttora difficile e ostacolata da molte ideologie più o meno alla moda, oltre che da un diffuso sentimento anti-scientifico. In questo scenario il ruolo del legislatore è cruciale: sarebbe sufficiente che le leggi, affermazioni condizionali che fissano le condizioni alle quali il cittadino deve esibire o non esibire un dato comportamento, si attenessero ai principi della Scienza del Comportamento, aumentando la frequenza e l’immediatezza di conseguenze sui comportamenti appropriati/inappropriati. L’esatto contrario, purtroppo, di quanto prescrivano molte nostre leggi.

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I vantaggi per il Paese e per il Servizio Sanitario Nazionale di un approccio evidence based nel pubblico e nel privato

Aristide Saggino (AIAMC; Scuola di Medicina e Scienze della Salute, Università di Chieti-Pescara)

Abstract

In questa relazione magistrale affronterò il tema dei vantaggi dell’approccio evidence based nel Servizio Sanitario Nazionale sia pubblico che privato. Utilizzerò la psicoterapia per esemplificare come le pratiche utilizzate nella sanità non siano sempre scientificamente verificabili e dimostrabili e come questo rappresenti un importante problema. Viene presentato il programma britannico Improving Access to Psychological Therapies (IAPT) che dimostra ampiamente come esistano psicoterapie validate e come queste siano ampiamente efficaci. In conclusione, vengono sottolineati i problemi etici relativi all’utilizzo di psicoterapie non efficaci.

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Proceedings of the 10th European Conference of Behavior-Based Safety (B-BS) and Performance Management (PM)

Symposium 1: BBS Case Studies – June 24, 2016

La B-BS come strumento di gestione di comportamenti sicuri e creazione di valori

Sergio Moro (IRCCS – Centro di Riferimento Oncologico di Aviano)
Valentina Crusi (
IRCCS – Centro di Riferimento Oncologico di Aviano)

Abstract

La costruzione dei valori, tra cui quelli di sicurezza, è un processo troppo spesso sottovalutato nella realtà sanitaria. Ciò di cui non ci si rende conto è il fatto che sia molto più difficile modificare un comportamento già consolidato nel tempo, e per questo ormai diventato consuetudine, piuttosto che cambiare per migliorare. L’ulteriore obiettivo che ci siamo prefissati, a seguito dell’avvio del protocollo B-BS al CRO nel giugno 2014, nelle aree di sala operatoria e reparto del Dipartimento di Chirurgia, è quello di misurare i comportamenti di coloro che stanno muovendo i primi passi nel mondo medico: gli Specializzandi. Pertanto sono stati presi in esame i comportamenti di 4 Specializzandi di Ginecologia, ciascuno dei quali ha svolto (o sta tutt’ora svolgendo) sei/sette mesi di addestramento c/o il Centro di Riferimento Oncologico di Aviano. La misurazione dei comportamenti in sala operatoria, unita all’erogazione di feedback immediato, ha permesso di ottenere comportamenti sicuri che oscillano tra l’85 % e il 100%.

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Zero injuries: from “do it yourself” to BBS

Francesco Marella (Climaveneta Spa)
Cristina Lionetti (
Climaveneta Spa)

Abstract

Climaveneta è un’azienda Leader nei sistemi centralizzati di climatizzazione con sedi produttive in Italia, Cina, India. Con l’obbiettivo di tutelare la salute e sicurezza dei propri dipendenti l’azienda negli ultimi anni ha applicato un severo piano di miglioramento delle condizioni tecniche e organizzative, culminato nella certificazione OHSAS 18001. La piena conformità legislativa è condizione necessaria ma non sufficiente per raggiungere l’obbiettivo di “zero infortuni”, in quanto non tiene conto del “fattore umano”, ovvero il comportamento dei dipendenti. Il seguente articolo descrive come la sede italiana di Climaveneta abbia avviato un processo per la raccolta capillare dei mancati infortuni e dei comportamenti pericolosi che ha trovato la sua naturale evoluzione in un progetto di B-BS. In particolare illustra pregi e difetti del progetto di gestione dei comportamenti ideato internamente all’azienda (Sustainable Safety) e li compara con il processo di B-BS. Si evidenzia come, sebbene i due progetti siano apparentemente scollegati tra loro, l’uno costituisca le fondamenta dell’altro ed entrambi abbiano come fine ultimo il raggiungimento dell’obiettivo “zero infortuni”.

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La BBS in un sito a rischio di incidente rilevante: come coinvolgere e rendere attivi ditte esterne e i ruoli di dirigente, preposti e lavoratori con gli strumenti di BBS

Walter Cocco (Sarlux)

Abstract

La realtà del sito di raffinazione e stoccaggio di prodotti petrolchimici Sarlux si articola in comparti e livelli che testimoniano la sua complessità; Inoltre questo sistema di organizzazione interna viaggia parallelo alla rete di applatatori impegnati nella manutenzione e progresso continuo della raffineria, il tutto gestito attraverso un articolato sistema di supervisione e audit. Questo è il quadro nel quale Sarlux approda al protocollo B-BS, esito del percorso che ha visto l’avvio di svariate iniziative, ora integrate e valorizzate nelle attività proprie della sicurezza comportamentale. Ad una grande complessità organizzativa corrisponde una pari articolazione dei processi adottati, tra i quali la B-BS non fa eccezione. Pertanto la necessaria domanda che il gruppo ha dovuto porsi è “Chi fa che cosa?". Il presente intervento descrive le strategie adottate per assicurare la piena copertura delle attività cruciali del processo, in ottica di garantire il presidio di ciascun passaggio, senza tralasciare la predisposizione di un adeguato schema di antecedenti e conseguenze che sostengano lo svolgimento dei vari compiti. Inoltre verrà preso in esame come questa architettura ha gestito e sostenuto il processo per l’universo parallelo delle più di 500 ditte in appalto che ruotano attorno alla raffineria.

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BBS in galleria: i minatori di un cantiere sotterraneo pilota portano il processo in altre Unità Produttive

Marco Guerrini (Condotte S.p.A.)
Francesca Mella (Consorzio Condotte Cossi)

Abstract

Con oltre 130 anni di storia la Società Italiana per Condotte d’Acqua è l’impresa di costruzioni più antica d’Italia, e nel panorama europeo si colloca ai primi posti nel campo della realizzazione di grandi opere civili e di infrastrutture. Nel dicembre 2013 è stato avviato il protocollo B-BS nella Unità Produttiva pilota della Galleria di Base del Ceneri. Questo sito, ubicato a Sigirino (Ti, CH), ed in appalto alla consortile Condotte-Cossi, consiste nella realizzazione di un tunnel ferroviario a doppia canna della lunghezza di 15,4 Km per un totale di oltre 30.000 ml di scavo. Gli ottimi risultati misurati al termine del secondo anno di applicazione del processo, ovvero un consistente aumento di comportamenti sicuri da parte delle maestranze comprovati da una significativa riduzione degli indici infortunistici, hanno convinto il Board Management ad estendere l’applicazione del processo in altre unità produttive della stessa categoria di opere.

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La complessità di reparti molto differenti e l’aiuto di un sistema premiante semi-automatico

Giulia Catalano (Grandi Salumifici Italiani)
Susanna Scotti (Grandi Salumifici Italiani)

Abstract

Dopo 3 mesi di attività preparatoria, a luglio 2015 lo stabilimento di Modena di Grandi Salumifici Italiani (GSI) ha avviato le osservazioni dei comportamenti di sicurezza e igiene e con esse il processo BBS. Lo stabilimento si struttura in 9 reparti e ha un totale di quasi 380 dipendenti: questa complessità si è rivelata essere fin da subito una sfida per l’applicazione del protocollo di sicurezza comportamentale. Per il Servizio di Prevenzione e Protezione di GSI è stato quindi necessario sviluppare un sistema centralizzato per gestire l’alto numero di osservazioni, di riunioni, di segnalazioni. Il passaggio successivo ai fini della sostenibilità del processo – e del rispetto degli altri impegni del SPP – è stato poi rendere progressivamente autonomi i safety leader (capireparto, capiturno o capiarea) nella conduzione delle riunioni e nella gestione delle segnalazioni di sicurezza emerse nei propri reparti. Altrettanto indispensabile è stato sviluppare un sistema centralizzato per la gestione dei premi per gli operatori che raggiungono l’obiettivo, per gli osservatori che osservano i colleghi e per i safety leader che conducono le riunioni.

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Behavior-Based Safety: un impegno, un’opportunità!

Luca Ceolin (Luxottica Group)

Abstract

Riflessioni sulla applicazione della metodologia BBS ad una grande azienda ove la risorsa primaria sono le persone sia per competenze che per numero. L’impegno è rappresentato da due differenti livelli di azione: il primo riguarda le risorse necessarie per raggiungere tutti (finanziarie, umane, mezzi ed organizzative); il secondo risiede nella difficoltà operativa di applicazione di un protocollo scientifico che non tiene conto né della variabile uomo (come numero), né della variabile socio/politica delle varie realtà. Il tutto rappresenta una grande opportunità, per chi la vuole cogliere, di dare un senso alla partecipazione attiva che tutte le persone devono avere nei confronti della sicurezza tanto scritta e sottolineata nel testo unico per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Una opportunità di reale miglioramento dei processi produttivi in quanto le migliaia di segnalazioni che arrivano attraverso i feedback di ritorno hanno un peso legale molto più forte di qualsiasi audit fatto dall’azienda per vigilanza: se vogliamo sono denunce scritte da parte di tutti i lavoratori. I risultati li vedremo speriamo nei prossimi anni al momento per noi solo una opportunità!

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Il cambio di opinioni e atteggiamenti verso capi, colleghi e direzione a pochi mesi dall’avvio di un processo BBS: strategia per affrontare un clima di diffidenza

Claudio Casadei (Marcegaglia Specialties)

L’adozione di un protocollo scientifico, come la BBS, in una azienda metalmeccanica italiana non è di immediata attuazione né, tantomeno, risulta facile contrastare la mentalità delle persone, soprattutto, dei lavoratori di consumata esperienza. Lo stabilimento Marcegaglia Specialties S.p.A. di Forlì impiega 400 lavoratori su un’area di 120 mila metri quadrati e consta di dieci reparti. Nel 2015 ha deciso di attuare un processo BBS: la progettazione è stata prevista per tutto lo stabilimento, mentre per l’applicazione si è proceduto per reparti. L’atteggiamento diffidente e, in qualche isolato caso, ostile dei lavoratori con maggiore anzianità di servizio hanno portato l’azienda a cercare di ottenere il loro massimo consenso sull’avvio di un progetto che prevede osservazioni e feedback tra colleghi. Per farlo la direzione ha evitato l’imposizione del progetto, che avrebbe indotto un probabile e più forte contrasto, e ha cercato in invece un progressivo coinvolgimento delle maestranze. Una volta integrati nei ruoli previsti dalla BBS, i lavoratori sono diventati il fulcro per attuare i cambiamenti del comportamento; una diversa e più consapevole percezione della politica dell’azienda si è tramutata in un’attiva collaborazione a tutti i livelli.

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I dati di un processo BBS: un software per gestire osservazioni, feedback, azioni, riunioni e token

Maurizio Ricci (IB Software & Consulting)

Gestire diversi stabilimenti, ognuno con decine di osservatori significa gestire centinaia di osservazioni all’anno e quindi migliaia di comportamenti e condizioni a rischio. La raccolta e la restituzione di questi dati agli attori della sicurezza, può diventare un problema se non si dispone di uno strumento ad alta automatizzazione. Se a questo si aggiunge la gestione del piano di miglioramento e del sistema di obiettivi-premi, quel problema potrebbe trasformarsi in incubo. Maurizio Ricci, presidente della software house IB, illustrerà quali soluzioni hanno sviluppato per aiutare chi gestisce processi B-BS complessi.

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Proceedings of the 10th European Conference of Behavior-Based Safety (B-BS) and Performance Management (PM)

Symposium 2. Performance Management – June 24, 2016

Selection of effective business practices
in the midst of evolving complexity

Maria E. Malott (CEO & Treasurer of ABA International)

Abstract

I admire leaders who create successful organizations with little outside guidance. There are many inspiring stories of great businesses that started with little experience and training and have made major contributions worldwide across diverse industries, such as airlines, retail, and manufacturing. In contrast, a great number of businesses fail. Many large businesses have failed spectacularly, in headline-grabbing fashion, but most failed businesses implode quietly. In the United States alone, half of small businesses do not survive after five years; each year over 1 million file for bankruptcy, and another 1.5 million-plus are awaiting bankruptcy resolution. This presentation offers a behavioral systems analysis approach for business leaders and managers pressured to help their organizations thrive in the midst of highly complex and dynamic business environments.

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Job satisfaction is about consequences:
the leadership responsibility revisited

Donald A. Hantula (Temple University)

Abstract

Job satisfaction is the most widely studied, and perhaps misunderstood variable in organizational psychology. Its tenuous relationship to a variety of work behaviors is reviewed from the perspective of a management tool and as a leadership responsibility. Job satisfaction may be viewed a management tool for accomplishing certain organizational objectives related to reducing absenteeism and tardiness. However, job satisfaction’s importance is neither limited to, nor justified by its somewhat weak relationship to certain organizational outcomes. Rather job satisfaction is analyzed as a leadership responsibility with effects that extend far beyond the bounds of any given organization. Some fundamental assumptions surrounding job satisfaction are reviewed and an argument for job satisfaction as an ethical imperative that results from organizational and management practices that emphasize positive reinforcement, not aversive control is advanced.

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La necessità di misurare e rinforzare i comportamenti anziché premiare solo i risultati: esempi pratici per la gestione della rete commerciale Straumann

Elena Algarotti (AARBA)

Abstract

Le condizioni del mercato cambiano: in molti settori si è passati da insufficienza dell’offerta, a grossi investimenti della capacità produttiva, a crisi della domanda. In questo contesto è cambiato anche il mondo delle vendite: la gestione della rete, a causa dei ridotti margini di errore, non può più ridursi alle migliorie tecnologiche o alla formazione continua. Il salto di qualità rispetto alla concorrenza è rappresentato dall’adozione di tecniche per la gestione comportamentale, unico reale vantaggio competitivo. Ma se è vero che la motivazione dipende dalla frequenza dei rinforzi, il paradigma classico diventa inapplicabile nella gestione di una rete vendita, dove il professionista è lontano da responsabili e colleghi durante lo svolgimento delle sue attività. L’intervento ripercorre tutti i passaggi necessari a personalizzare un protocollo comportamentale con le caratteristiche peculiari del lavoro del venditore: partendo dall’assessment delle conoscenze e abilità, si interviene potenziando la produzione di argomentazioni efficaci e la dimestichezza con le tecniche di risposta alle obiezioni. Tale procedura risulterebbe tuttavia inefficace se non corredata da una puntuale gestione dei nuovi comportamenti: direttori e responsabile vendite sono allenati alla procedura di erogazione dei feedback, resa possibile in Straumann dalla tecnologia CRM e dall’introduzione di un sistema di incentivazione, che superi il tradizionale focus sui risultati e approdi alla valorizzazione dei comportamenti virtuosi funzionali all’obiettivo di vendita.

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Gestire qualità, produttività e qualsiasi altro obiettivo aziendale in modo integrato: ottenere risultati misurabili attraverso un solo strumento

Fabio Tosolin (AARBA)

Abstract

L’Europa e l’Italia soffrono la peggiore condizione strutturale dal dopoguerra. Nonostante lo sviluppo tecnologico abbia fortemente aumentato le capacità di produzione, vendita, qualità e di sicurezza. In quasi ogni attività umana, il concomitante sviluppo di norme istituzionali e prassi manageriali prive di fondamento razionale ha fortemente limitato i progressi che le nuove conoscenze tecniche e scientifiche avrebbero consentito. Quasi ogni impresa sperimenta difficoltà esterne legate al contesto socio-economico recessivo e difficoltà interne determinate da comportamenti disfunzionali o insufficienti sotto il profilo produttività, qualità e sicurezza. La globalizzazione ha infatti ridotto le differenze legate alla disponibilità di materiali, tecnologie e know-how nel mondo, mettendo in risalto le differenze di performance imputabili ai soli comportamenti organizzativi.  Tutti i comportamenti lavorativi sono funzione delle stesse leggi e delle stesse modalità gestionali, indipendentemente dall’applicazione a produttività, qualità o sicurezza e indipendentemente da ruoli e specializzazioni lavorative. Affidarsi a un metodo per la qualità e un altro per la produttività, e un altro ancora per la sicurezza è tanto frequente quanto privo di senso.  A differenza dei metodi estemporanei e naïf, il metodo scientifico con cui opera l’Analisi del Comportamento Applicata consente di misurare esattamente la performance di singoli e gruppi prima, durante e dopo gli interventi, e quindi di ottenere dei risultati misurabili.   L’utilizzo di un unico modo, basato su prove e non su assiomi, per la gestione delle risorse umane, consente all’impresa di realizzare l’unico vero vantaggio competitivo non acquistabile ed esportabile all’estero: il comportamento.

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A chi e a che cosa serve Performance Management: introduzione all’edizione italiana del manuale di A. Daniels

Alessandro Valdina (AARBA)

Abstract

Il manuale di Performance Management di A. Daniels e J. Bailey spiega in modo divulgativo e al contempo dettagliato i principi del comportamento applicati alla “gestione delle prestazioni” a livello organizzativo, con dovizia di esempi, esperimenti e casi studio. Il libro ha venduto mezzo milione di copie in tutto il mondo, una tiratura giustificata per un manuale tecnico-scientifico soltanto da un elemento: l’utilità per i leader di ogni livello e contesto – dall’imprenditore al manager, dal direttore vendite al capoarea, dal responsabile di stabilimento a quello di produzione, dal primario al caposala, dal caporeparto al capoturno. Il testo inoltre fornisce un’importante chiave di lettura a tutti gli autori di accordi, linee guida e norme che determinano le condizioni in cui si sviluppano i comportamenti organizzativi, inclusi dunque il legislatore, le associazioni imprenditoriali e sindacali. Il libro illustra i passaggi che vanno seguiti per l’avvio di un processo di Performance Management all’interno di un’organizzazione, dalla definizione dei comportamenti target alla pianificazione di antecedenti e di rinforzi. La relazione proverà a far emergere la necessità della divulgazione di questo libro – e dei principi che questo illustra – nel contesto produttivo e istituzionale italiano, con ampio ricorso a fatti di cronaca economica, aneddoti, casi studio ed esperimenti.

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Proceedings of the 10th European Conference of Behavior-Based Safety (BBS) and Performance Management (PM)

Plenary Session – June 25, 2016

The role of leaders in the creation of cultural movements

Maria E. Malott (CEO & Treasurer of ABA International)

Abstract

From 1921 to the mid-1950s, the largest muralist movement in art history since the Renaissance developed in Mexico, leaving a remarkable legacy to the country and the world. The movement was controversial from its inception. It centered on an effort to create an egalitarian society; its mission was to reach the masses with expressions of their social, emotional, and political circumstances. Mexican muralists received commissions abroad and their international success brought high demand for frescoes in government and private walls around the country. The Mexican muralist movement can be analyzed as a cultural phenomenon. How did it come to exist? What kept it going and caused it to cease? And why, in spite of international attempts, did it never reach comparable scale or significance elsewhere? I will argue the synergy of interactions from a few individuals with distinctive repertoires and interlocking metacontingencies can account for the movement. And although the specifics of the muralists undertaking were unique and nonreplicable, and constituted a cultural cusp, the properties of other cultural phenomena with substantial impact are of similar nature..

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La normativa italiana e lo sviluppodi leadership, cultura di produttività e sicurezza: stato dell’arte e indicazioni per renderla efficace

Fabio Tosolin (AARBA)

Abstract

La nostra giurisprudenza ribadisce in diverse sentenze che solo una formazione efficace – e non formalmente ineccepibile – assolve agli obblighi di legge in materia di sicurezza sul lavoro. Inoltre, per esprimere i suoi giudizi, il magistrato deve riferirsi al sapere scientifico che “tende a prevalere” sulla norma quando questa – come spesso accade – rimane indietro rispetto alle scoperte tecnologiche. Ha insistito e argomentato a lungo su questi due punti il procuratore della Repubblica Raffaele Guariniello nel suo intervento durante il 9° Congresso Europeo di PM e BBS (Bologna, 14 ottobre 2015). Di fronte a tanta consapevolezza e accuratezza epistemologica di alcuni magistrati, spiace però constatare che altri loro colleghi, il legislatore e le parti sociali quando intervengono per ottenere i comportamenti organizzativi volti a prevenire gli infortuni e ad aumentare la produttività, siano sordi all’evidenze della letteratura scientifica in materia. Dall’altro lato, molti sedicenti guru – prendendo in prestito le parole di qualche imprenditore di successo – hanno “annacquato” parole come Leadership e Cultura, tanto significative se invece operazionalizzate e studiate con metodo scientifico da discipline come l’Organizational Behavior Management. La relazione passerà in rassegna alcuni fatti di attualità che evidenzieranno questa distanza tra i principi del comportamento e le pratiche volte a guidare le azioni di lavoratori e imprenditori, pratiche frutto più di ideologie, compromessi politici o contrattuali piuttosto che dell’evidenza sperimentale.

Smaller-sooner or larger-later: Safety choices and ROI

Donald A. Hantula (Temple University)

Abstract

Managers are constantly faced between choosing between investing today in programs that may pay off much later, or saving money to spend on immediate concerns. This smaller-sooner vs. larger-later dilemma may be understood in the context of delay discounting. Such an analysis was applied to safety choices. The economic impact of a combined behavioral and ergonomic safety intervention in two self-insured manufacturing organizations over four years was assessed through use of utility analysis. Overall utility of the safety intervention programs for both organizations was positive, with rates of return of direct costs in worker’s compensation exceeding 10:1 in some cases. These data are among the first to address the economic costs and benefits of safety interventions, and show that whereas safety interventions can be costly and payoffs sometimes delayed, the long-term economic impact can be substantial.

Beyond BBS: I tipici errori che si possono fare chiamando BBS ciò che non è BBS

Alessandro Merlo (Heineken International)

Abstract

L’implementazione rigorosa e scientifica della BBS permette di costruire una cultura della Sicurezza e di conseguenza ottenere una riduzione sostanziale del numero di infortuni. Supportata dalle ricerche scientifiche e dalle relative pubblicazioni che descrivono i successi conseguiti a seguito della sua corretta applicazione, la BBS è stata considerata il rimedio universale capace di risolvere ogni problema legato alla Sicurezza. Molte aziende (e molti consulenti) hanno sviluppato in maniera semplicistica e superficiale programmi di Sicurezza basati sulle osservazioni comportamentali senza conoscere a fondo i principi della Behavior Analysis, della Sicurezza Tecnica e dei sistemi di gestione della Sicurezza. Di conseguenza, questi sistemi (non B-BS) si sono spesso mostrati inefficaci e hanno portato a risultati di breve durata o addirittura nulli. In questi casi si è parlato di inadeguatezza ed inefficacia del sistema B-BS (che B-BS non era): nuovi sistemi sono proliferati (B-BS next, beyond BBS, new ABC, mindful Safety Culture, etc). L’intervento ripercorre alcune esperienze maturate nell’applicazione del protocollo B-BS, l’analisi di molteplici sistemi di osservazione comportamentale e di alcuni programmi di Safety Leadership. La presentazione vuol essere una semplice guida per aiutare le organizzazioni a capire l’importanza della corretta applicazione del protocollo B-BS, una guida a sviluppare una cultura della Sicurezza totale dove ognuno si prende cura attivamente della Sicurezza e della Salute degli altri, evitando di commettere alcuni tipici errori di un processo B-BS, che in realtà B-BS non è.

Proceedings of the 2nd Conference of Behavioral Dentistry

Plenary Session – June 24, 2016

Cambiare comportamenti per ottenere risultati nello studio odontoiatrico: perché e come adottare gli strumenti operativi della Behavior Analysis nell’attuale contesto recessivo

Fabio Tosolin (AARBA)

Abstract

Il comportamento del paziente in ambito odontoiatrico, così come nella vita di tutti i giorni, è continuamente guidato dagli stimoli fisici che riceve dall’ambiente. Dell’ambiente odontoiatrico fanno parte integrante e potente i comportamenti e i meccanismi di comunicazione messi in atto del personale ausiliario, così come quelli del professionista. La fidelizzazione del paziente, la compliance alle terapie e il rispetto dei richiami sono quindi variabili dipendenti di centinaia di comportamenti agiti dall’intero team e la differenza di qualità globale tra un professionista e un altro è data dalla capacità di governare i propri e gli altrui comportamenti. In chirurgia, come in igiene e profilassi, la differenza di risultato clinico è ormai funzione dei comportamenti, visto che nel villaggio globale le tecniche cliniche possono essere, e spesso sono, simili o equivalenti, e comunque chiunque può acquistare un nuovo kit per implantologia, uguale a quello del collega. La finezza di un atto chirurgico o la capacità d’ottenere compliance alla terapia non si possono invece acquistare, ma solo costruire. Da decenni la psicologia scientifica ha dimostrato, attraverso la prassi protocollare, quali siano le tecniche di assessment, misurazione oggettiva e modifica dei comportamenti lavorativi propri e di tutto lo staff odontoiatrico, sia esso impiegato all’interno dello studio che un collaboratore esterno. Si conoscono metodi scientifici per la previsione e per la modificazione di qualunque comportamento, di chiunque. Si possono dunque facilmente adottare strategie certe di performance management e di performance feedback (soprattutto il feedback positivo) per promuovere motivazione, attività e risultati da chiunque. Scopo del seminario è illustrare come dare indicazioni corrette e come misurare e modificare i comportamenti di tutto il team odontoiatrico, per ottenere miglioramenti misurabili su scala parametrica.

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L’igiene orale nel paziente ortodontico: l’efficacia delle strategie di feedback e rinforzo per l’aumento della compliance

Teresa Oliverio (Università di Ferrara)
Giuseppe Siciliani (
Università di Ferrara

Abstract

Perché questo mio paziente non si lava i denti con costanza? È questo l’interrogativo che pone le basi per questo lavoro di ricerca, il cui obiettivo è approfondire il tema della compliance all’igiene orale nel giovane paziente sottoposto a terapia ortodontica. In particolare, scopo del presente lavoro è valutare il grado in cui la combinazione di feedback, rinforzo positivo e token economy possono migliorare la compliance all’igiene orale nei giovani pazienti sottoposti a terapia ortodontica. I risultati dello studio ci inducono ad affermare che conseguenze di tipo diverso hanno effetti di diversa entità sulla qualità dell’igiene orale dei pazienti nei gruppi sperimentali: la token economy è risultata la strategia d’intervento più efficace per aumentare la compliance nell’igiene orale.

Fluenza nello studio ortodontico: l’uso del precision teaching nella formazione per assistenti

Teresa Oliverio (Università di Ferrara)
Giuseppe Siciliani (
Università di Ferrara

Abstract

La preparazione profonda e completa richiesta al professionista, dal termine della sua formazione di base, necessita di un continuo training culturale e scientifico. È dunque necessario, qualora lo studio non sia già coadiuvato da professionisti esperti, formare il nuovo personale in tempi rapidi e nel modo meno faticoso possibile, per far sì che svolgano il loro lavoro in maniera efficace ed efficiente e diventino un valido aiuto e non una fonte di stress per l’operatore. La Behavior Analysis ci viene in aiuto: per incrementare l’apprendimento occorre aumentare le conseguenze positive e le informazioni di ritorno (feedback); per questo il Precision Teaching fa al caso nostro, configurandosi come una metodologia didattica che garantisce l’acquisizione di comportamenti fluenti, ovvero sia accurati sia veloci. Inoltre questo apprendimento è rapido, non espone a frustrazioni il discente e rende le nozioni apprese estremamente resistenti all’oblio.

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Misurare e modificare i comportamenti del team per ottenere risultati: la ricerca dell’Istituto Ortopedico Galeazzi

Maria Gatti (AARBA)

Abstract

I ricercatori di AARBA hanno avviato una sperimentazione del protocollo di Behavior-Based Safety presso l’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano. L’intervento è partito dalla definizione dei comportamenti target (a cura di medici, infermieri, igienisti, OSS, OSA, assistenti odontoiatrici), nella loro osservazione e misurazione sul campo con checklist ad hoc, e nell’erogazione di feedback agli operatori osservati. Per ciascun comportamento rilevante è stata effettuata una misurazione prima-dopo: esempi di comportamenti critici sono “lavare le mani prima e dopo ogni intervento” e “indossare la mascherina che copra naso e bocca”. La presente relazione ripercorre i risultati ottenuti a 4 settimane dall’avvio del processo, consistito in feedback contingente erogato da un analista del comportamento.

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How to assess the doctor-patient alliance and improve it with precise and evidence-based tools

Donald A. Hantula (Temple University)

Abstract

The Patient Feedback (PF) system is a semi-automated web-based performance improvement system that enables real-time monitoring of patient ratings of therapeutic alliance, treatment satisfaction, and health outcomes. It was first developed and tested in outpatient substance abuse treatment clinics across the USA. In general, the clinicians in these clinics had very positive treatment satisfaction and alliance ratings throughout the study. A one-year follow-up revealed that all clinics continue d to use the PF system with good results. This presentation describes the development of the PF system and the possibilities for extending it to dental clinics in Italy.

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Comunicare in odontoiatria: lo strumento tempo come risorsa deontologica fondamentale

Carlo Guastamacchia (Libero docente Clinica Odontoiatrica Università degli Studi di Milano; Professore a.c. CLID Università S. Raffaele di Milano)

Abstract

Scopo della relazione è di descrivere, passo per passo, le differenze fondamentali che esistono tra il parlare di temi astratti, sia pure importantissimi, rispetto a quella che deve essere l’operatività quotidiana del medico e dell’odontoiatra, nei rapporti con il paziente. Questi rapporti devono essere ispirati da una guida, il Codice Deontologico, che potremmo denominare la “Bibbia” del dentista. Ovvio che il punto chiave di tutto il discorso rimane uno solo: l’ispirazione operativa non può essere impostata dal “budget” (Budget Oriented=BO), ma soltanto dalla deontologia (Deontological Oriented=DO). Si devono pertanto considerare devianti gli approcci, teorici e, troppo spesso, didattici, basati su “quanto rende” uno studio. La giusta impostazione non può essere che questa: lo studio impostato sulla corretta deontologia sarà anche, conseguentemente, uno studio “redditizio”, mentre una sede “budget oriented” parte da una filosofia distorta, perché aziendale e non professionale. La chiave di volta operativa di tutta questa impostazione risiede nell’Art. 20 del Codice Deontologico, recentemente ribadito e diffuso dalla FNOMCEO. Tale articolo parla esplicitamente di “comunicazione” quale parte essenziale della terapia, con lo scopo preciso e fondamentale di stabilire con il paziente quella “alleanza” che va molto al di là del semplice rapporto economico con un “cliente”. Ovvio che per questo approccio di comunicazione, per “allearsi”, è necessario tempo, molto tempo: da qui il forte dubbio che in sedi budget oriented si possano applicare perfettamente i principi dell’Articolo 20 del Codice Deontologico.

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Proceedings of the 12th Applied Behavior Analysis Conference

Educational Session – June 24, 2016

Un’innovativa metodologia di intervento cognitivo-comportamentale per Disturbi da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD o DDAI): il neurofeedback

Michele de Matthaeis (Studio BiofeedbackSport)

Abstract

Il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività, o ADHD è un disturbo dell’autoregolazione del comportamento. Questo disturbo è caratterizzato principalmente da un deficit nelle funzioni esecutive che influisce negativamente sullo svolgimento delle attività quotidiane, sulla prestazione a scuola e sul lavoro, sullo sviluppo di solide relazioni familiari e con amici. Le funzioni esecutive principalmente compromesse possono essere focalizzazione, mantenimento e spostamento dell’attenzione; organizzazione, dare priorità e attivarsi sul lavoro; regolare la vigilanza, sostenere lo sforzo e la velocità di elaborazione; controllare la frustrazione e modulare le emozioni; utilizzare la memoria di lavoro e recuperare le informazioni, monitorare e autoregolare le proprie azioni (TE Brown, 2005). Studi scientifici hanno dimostrato che persone con queste difficoltà mostrano due profili elettroencefalografici specifici che possono essere di “disattivazione” oppure di “iperattivazione” corticale. Il neurofeedback consente la regolazione di questi pattern disfunzionali promuovendo un processo riabilitativo. Il neurofeedback è una forma di biofeedback che utilizza le onde elettroencefalografiche (EEG), chiamate anche “onde cerebrali” come segnale per controllare il feedback. Vengono collegati dei sensori sulla testa del bambino/ragazzino e registrato il segnale. Queste onde sono convertite in un segnale di feedback da un computer. Utilizzando segnali visivi e acustici attraverso una procedura di condizionamento operante del cervello, viene incrementata l’attenzione aumentando le onde beta e diminuendo le onde theta. Dalla regolazione del Sistema Nervoso Centrale derivano inoltre molti altri benefici oltre al potenziamento attentivo (definizione AAPB).

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All’origine del bullismo

Adalgisa Portale (Libero professionista)

Abstract

Le ricerche scientifiche nell’ambito delle “neuroscienze affettive” hanno permesso di individuare quali processi biologici del Sistema Nervoso si attivano nel comportamento emotivo-affettivo umano. Osservare l’attivazione delle aree del cervello durante un “evento emotivo” permette di costruire un quadro unitario integrato tra l’aspetto psicologico e quello neuroscientifico. Vari autori hanno finora ipotizzato, a livello psicosociale, che carenze affettive o stili educativi non adeguati potrebbero provocare nel bambino un distacco emotivo con comportamenti aggressivi o di tipo bullistico. Tali ipotesi troverebbero riscontri significativi in alcune recenti ricerche neuroscientifiche. Da qui l’importanza dell’approccio cognitivo-comportamentale che permette di perfezionare strategie terapeutiche mirate, funzionali al trattamento del comportamento aggressivo.

L’impatto del criticismo genitoriale sull’ansia scolastica e sulla fiducia nella propria intelligenza in adolescenza

Elisabetta Bascelli (Scuola di Medicina e Scienze della Salute, Università degli Studi Chieti-Pescara – Centro di Psicologia Clinica)
Ilenia Ferretti (
Scuola di Medicina e Scienze della Salute, Università degli Studi Chieti-Pescara)

Abstract

Il criticismo genitoriale è un processo relazionale caratterizzato da un atteggiamento intrusivo che mira a controllare e modificare il comportamento del soggetto criticato, sviluppando spesso in quest’ultimo bassa autostima, convinzioni d’incapacità, senso di colpa e disorientamento personale. Attualmente il costrutto è oggetto di interesse, dato che sono emerse ipotesi dell’esistenza di diverse dimensioni del criticismo genitoriale e la conseguente possibilità di discriminare componenti adattive e maladattive. Lo studio presente ha indagato le conseguenze del criticismo genitoriale sui costrutti di ansia scolastica e fiducia nella propria intelligenza in un campione non clinico di 141 studenti di scuola secondaria di secondo grado. I risultati evidenziano una relazione significativa tra contenuto dei rimproveri ricevuti, ansia e fiducia nella propria intelligenza: i soggetti mostrano elevata ansia e ridotta fiducia quando ricevono rimproveri per incapacità personale o per cattiveria piuttosto che per scarso impegno.

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Una doppia difficoltà in classe: i bambini ad alto potenziale

Maria Assunta Zanetti (Università degli Studi di Pavia)

Abstract

Nella scuola italiana gli alunni ad alto potenziale non rappresentano ancora una tipologia di soggetti per cui sono previsti programmi e percorsi adeguati e in generale il fenomeno della plusdotazione risulta ancora scarsamente conosciuto o frequentemente misconosciuto sulla base di falsi miti, quali il pregiudizio che possedere un alto potenziale cognitivo comporti una garanzia di successo nella vita (Achter, Benbow & Lubinski, 1996). I bambini gifted (plusdotati), se confrontati con i loro coetanei, mostrano o hanno il potenziale per mostrare, livelli eccezionali di performance in una o più delle seguenti aree: abilità intellettiva generale, specifica attitudine scolastica, pensiero creativo, attitudine alla leadership, arti visive e dello spettacolo. I contesti di crescita e gli eventi della vita sembrano avere un ruolo fondamentale nello sviluppo e nel mantenimento dell’alto potenziale In realtà i bambini gifted possono essere a rischio di underachievement, discrepanza tra il rendimento scolastico di un bambino e gli indici di capacità, come il Quoziente Intellettivo (Davis & Rimm, 1989), drop-out e/o incorrere in problematiche connesse al disagio socio-relazionale. La plusdotazione è quindi un fenomeno che si caratterizza sia come punto di forza che come punto di debolezza, e il soggetto svilupperà il suo potenziale se e solo se viene precocemente riconosciuto e adeguatamente supportato nel suo percorso scolastico e formativo supportato.

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La tecnologia a supporto degli interventi comportamentali evidence-based per l’ADHD: l’applicazione WHAAM

Antonella Chifari (CNR – Istituto per le tecnologie didattiche, Palermo)
Gianluca Merlo (CNR – Istituto per le tecnologie didattiche, Palermo)
Giuseppe Chiazzese (CNR – Istituto per le tecnologie didattiche, Palermo)
Luciano Seta (CNR – Istituto per le tecnologie didattiche, Palermo)

Abstract

La raccolta sistematica di dati attraverso l’osservazione e l’analisi descrittiva del caso come premessa indispensabile per formulare ipotesi e pianificare interventi mirati è una pratica ormai consolidata nell’ambito dell’approccio cognitivo-comportamentale, almeno con strumenti tradizionali carta-matita. Il progetto WHAAM (Web Health Application for ADHD Monitoring) risponde ad una specifica domanda: in che modo la tecnologia può supportare le pratiche evidence-based nell’ambito dell’intervento cognitivo-comportamentale dei disturbi del neurosviluppo e nello specifico del disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD). Nel presente contributo saranno descritte le principali funzionalità dell’applicazione WHAAM: la creazione della rete dei caregivers, la descrizione operazionale del comportamento, la programmazione delle sessioni di osservazione saistematica e descrittiva, la pianificazione dell’intervento e infine la valutazione della sua efficacia in termini statistici.

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Proceedings of the 12th Applied Behavior Analysis Conference

Medical Session – June 24, 2016

Positive reinforcement as a tool in medicine and surgery

Phil Reed (Swansea University)

Abstract

Patient compliance with treatment is a key issue for many areas of health care, not only dies no compliance reduce the effectiveness of the treatment, but it also represents a substantial cost to many publically-funded health care systems.  Promoting increased compliance or co-production of health is a key goal for those forms of treatment that require high levels of active patent participation.  These treatments can include pharmacological treatment and physical rehabilitation programmes for a very wide variety of disorders, but the need for co-production is not limited to these areas.  The current talk will give an overview of the ways in which physicians and other health care professionals can draw on the principles of behavioural psychology, especially reinforcement, to enhance patient engagement with treatment programmes.  It will recognise the limitations of many traditional behavioural (reinforcement-based approaches), and focus on the areas of contingency contracts and self-reinforcement.  In particular, it will discuss the processes through which these programmes can be implemented given the practical constraints, such as through diary systems and group sessions.  It will also draw on recent development at the ABMU Health Board in Swansea, and at the Luigi Sacco Hospital in Milan, where such procedures have been adopted in outpatients’ department.

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La riabilitazione comportamentale dei disturbi dell’equilibrio

Daniela Caldirola (Dip. di Neuroscienze Cliniche, Villa San Benedetto Menni, Suore Ospedaliere – Albese con Cassano, Como)
Roberto Teggi (Unità di Otorinolaringoiatria, Ospedale San Raffaele – Milano)

Abstract

I disturbi dell’equilibrio includono sia disturbi veri e propri del sistema vestibolare sia condizioni di instabilità con anomalie solo subcliniche del sistema dell’equilibrio, forse legate a deficit nell’integrazione dei diversi sistemi sensoriali coinvolti nel mantenimento dell’equilibrio. In molti pazienti i meccanismi di compenso sono insufficienti e i sintomi di instabilità/disequilibrio diventano cronici, portando allo sviluppo di condotte di evitamento/agorafobia. Diversi studi hanno suggerito che le connessioni neuroanatomiche e funzionali tra il sistema dell’equilibrio e i sistemi che modulano le emozioni e i comportamenti possono contribuire sia alla cronicizzazione dei sintomi di disequilibrio sia allo sviluppo di condotte di evitamento/sintomi ansiosi. L’approccio terapeutico mirato al ripristino delle autonomie personali in questi disturbi si basa quindi su un’integrazione tra la riabilitazione vestibolare in senso stretto e tecniche di tipo cognitivo-comportamentale.

Cambiare il comportamento per salvare il cuore

Alberto Maria Cappelletti (Divisione di Cardiologia, Dipartimento Cardio-Toraco-Vascolare, Ospedale San Raffaele, IRCCS, Milano)

Abstract

Sollecitazioni psicologiche ed ambientali negative determinano un aumento dell’attività del sistema simpatico producendo modificazioni biologiche in grado di produrre ischemia miocardica ed eventi cardiovascolari maggiori. Ansia e depressione sono fattori predittivi negativi responsabili di eventi cardiovascolari, in particolare dell’insorgenza di infarto miocardico. I pazienti depressi hanno una più alta probabilità di infarto miocardico, condizione che peggiora la prognosi nei pazienti con coronaropatia, aumentando la mortalità negli anni successivi all’evento. Vi è una stretta relazione fra attività piastrinica e depressione. Le piastrine sono infatti dotate sia di granuli contenenti serotonina, sia di recettori per la serotonina, e l’attivazione di questi recettori induce aggregazione piastrinica. I farmaci inibitori del reuptake della serotonina diminuiscono tale attivazione, aggiungendo alla loro azione antidepressiva un ruolo protettivo nei pazienti con cardiopatia ischemica.

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Riabilitazione comportamentale in neurologia

Sandro Iannaccone (Neuroriabilitazione, Ospedale San Raffaele Milano)
Federica Alemanno (Neuroriabilitazione, Ospedale San Raffaele Milano)

Abstract

Nelle patologie neurologiche la presenza di disturbi comportamentali è in genere dovuto a forme di Demenza. La Demenza è definita come una sindrome caratterizzata da un progressivo coinvolgimento di due o più aree cognitive, sufficiente ad interferire con il lavoro, la vita sociale e la vita di relazione. I pazienti affetti da demenza in Italia sono circa 800.000 e si stima che oltre 2 milioni di persone tra caregivers e familiari siano impegnate nell’assistenza. I disturbi comportamentali hanno un ruolo predominante nel rendere complessa la gestione del paziente. I farmaci hanno dei limiti di efficacia e numerosi effetti collaterali in caso di utilizzo prolungato. La Prevenzione e la Gestione dei disturbi comportamentali necessitano di una preparazione specifica. In questo campo il ruolo del neurologo e dello psicologo è estremamente rilevante.

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Proceedings of the 12th Applied Behavior Analysis Conference

Poster Session – June 24, 2016

Cognitive-behavioral treatment of aggressive behaviors in a Borderline Personality Disorder

Roberto Truzoli (Università degli Studi di Milano)
Maria Cristina Filippo (
Università degli Studi di Milano

Abstract

Persone con diagnosi psichiatrica possono presentare comportamenti aggressivi che richiedono attenzione clinica, anche nel contesto di setting riabilitativi residenziali. In questo lavoro viene presentato un complesso intervento cognitivo-comportamentale per la riduzione dei comportamenti auto- ed etero-aggressivi di una paziente con diagnosi di Disturbo Borderline di Personalità in una comunità riabilitativa residenziale. Il disegno sperimentale a soggetto singolo, tipico dell’approccio analitico-comportamentale, ha permesso di attribuire ragionevolmente l’esito all’intervento stesso. I risultati vengono discussi anche in relazione alle ricadute psicologiche per la paziente e per l’equipe e alle problematiche di tipo organizzativo.

Gender difference in emotional intelligence

Maria Rita Sergi (School of Medicine and Health Sciences, Ud’A)
Michela Balsamo (School of Medicine and Health Sciences, Ud’A)
Marco Tommasi (School of Medicine and Health Sciences, Ud’A)
Laura Picconi (School of Medicine and Health Sciences, Ud’A)
Aristide Saggino (School of Medicine and Health Sciences, Ud’A) 

Abstract

Emotional Intelligence (EI) is the ability to understand and to regulate own and others emotions (e.g. Mayer & Salovey, 1997). In the psychotherapeutic context is important to ménage and t o comprehend the patients’ emotions but, in the scientific landscape, the link between EI and gender is little explored (e.g. Di Fabio, 2011). Women are more efficient in perceiving, discriminating and naming their and others’ emotions (e.g. Nagavi & Redzuan, 2011). Neuroimaging studies highlighted different brain networks of emotional processes between males and female, such as the amygdala (e.g. Whittle, Yücel, Yap & Allen, 2011). Because of the lack of experimental data, the goal of our study was to investigate the factorial invariance of measure of Emotional Intelligence: the Emotional Quotient Inventory (EQ-i; Bar-On, 1997).

Cognitive behavioural therapy nel trattamento del paziente politraumatizzato presso il trauma center

Maria Grazia Manzone (AOU Città della Salute e della Scienza, Torino)
Alessandro Massè 
(AOU Città della Salute e della Scienza, Torino)
Luciana Mastronardi (AOU Città della Salute e della Scienza, Torino)
Bruno Battiston (AOU Città della Salute e della Scienza, Torino)
Davide Alberto Brombin (AOU Città della Salute e della Scienza, Torino)
Giuseppe Massazza (AOU Città della Salute e della Scienza, Torino) 

Abstract

L’evento traumatico è un’esperienza, vissuta direttamente o indirettamente, di particolare gravità, di minaccia dell’integrità fisica propria o altrui che compromette il senso di stabilità fisica e/o psichica, rendendo vulnerabili ed impotenti. Eventi traumatici, individuali o collettivi, come catastrofi naturali, terremoti, incidenti stradali, incidenti sportivi, incidenti sul lavoro, incidenti domestici possono comportare un grave trauma fisico, in cui il paziente si trova ad affrontare un drastico cambiamento. Vi sono pertanto conseguenze di tipo medico e di ordine psicologico-emozionale reattive. Alcuni studi evidenziano quanto, nelle reazioni comuni di stress alle situazioni traumatiche, si possano riscontrare effetti emozionali quali: shock, collera, disperazione, terrore, senso di colpa, irritabilità, senso di impotenza, dissociazione; effetti cognitivi quali: difficoltà nella concentrazione, nella capacità di prendere decisioni e di memoria, confusione, calo dell’autostima e dell’autoefficacia, autobiasimo, pensieri e ricordi intrusivi; effetti fisici quali: senso di affaticamento, disturbi del sonno, iperattivazione, calo dell’appetito; effetti interpersonali, quali: alienazione, ritiro sociale, aumento dei conflitti nelle relazioni, menomazione lavorativa.

A patient-centred approach in medicine: a behavior-analytic mode

Roberto Truzoli (Università degli Studi di Milano)

Abstract

L’Applied Behavior Analysis è la scienza in cui le procedure derivate dai principi dell’apprendimento sono utilizzate per il cambiamento di comportamenti socialmente significativi; normalmente l’efficacia di queste procedure è verificata sperimentalmente. Tale approccio è applicato con successo in diversi ambiti fra cui psicopatologia, didattica, psicologia del lavoro, psicologia dello sport e psicologia clinica. Ciononostante è poco applicato nell’ambito della medicina patient centred. Il presente contributo propone un’interpretazione analitico comportamentale dell’approccio patient centred. In particolare, nel contesto del rapporto medico-paziente gli elementi del processo comunicativo-relazionale saranno categorizzati, a seconda della funzione che svolgono, all’interno del modello ABC’S (Antecedent, Behavior, Consequence, Setting). Tale modello può rappresentare una cornice concettuale in grado di guidare un colloquio finalizzato all’indagine del vissuto del paziente, permettendo anche di migliorare la compliance al trattamento.

Il mandala tra mente e cancro: un disordine perfetto

Daniela Respini (Mareluce Onlus Siracusa, Sipo Sicilia)
Andrea Malpasso (Mareluce Onlus Siracusa, Sipo Sicilia)
Cristina Lucia (Mareluce Onlus Siracusa, Sipo Sicilia)
Barbara Sgroi (Mareluce Onlus Siracusa, Sipo Sicilia)

Abstract

Nel paziente oncologico un pensiero disfunzionale ricorrente è “Cancro = Morte”, con caos emotivo e cognitivo, ansia e paura. Occorrono strumenti di coping capaci di ristrutturare la sfera cognitiva del paziente. Nascono i laboratori di mandala all’interno del servizio di Psicologia dell’Associazione MARELUCE ONLUS, rivolti a bambini e adulti, in fase attiva, avanzata e lungoviventi da cancro. La parola mandala significa cerchio, realizzare un mandala, disegnandolo o colorandolo, è un’occasione per sperimentare la sicurezza, la capacità di scelta e di osservazione. Un’attività che ha dato ampia dimostrazione del miglioramento del benessere biopsicosociale dell’individuo.

Il Disturbo da uso di tabacco: una rassegna degli interventi cognitivo-comportamentali

Grazia Ferramosca (School of Medicine and Health Sciences, Ud’A di Chieti e Pescara)
Aristide Saggino (Ud’A di Chieti-Pescara)

Abstract

Il fumo costituisce un fattore di rischio per lo sviluppo di malattie croniche, comprese le malattie cardiovascolari, il cancro, i disturbi respiratori cronici e il diabete, e si configura come una delle principali cause di morte (WHO, 2016). Lo scopo della presente rassegna è quello di esaminare i diversi interventi cognitivo-comportamentali attualmente usati nel trattamento del Disturbo da Uso di Tabacco al fine di identificare quelli evidence-based maggiormente in uso nella pratica clinica. La terapia cognitivo-comportamentale rappresenta il gold standard nel trattamento di diversi disturbi di rilevanza clinica e le evidenze empiriche ribadiscono come essa sia indicata nel trattamento del Disturbo da Uso di Tabacco. Tra i trattamenti cognitivo-comportamentali sono stati analizzati interventi di seconda generazione quali la Gestione delle Contingenze e l’Esposizione e interventi appartenenti alla terza generazione dell’approccio cognitivo-comportamentale quali la Mindfulness e l’ACT. Le evidenze empiriche supportano in modo significativo l’efficacia di una serie di interventi in ambito cognitivo-comportamentale, quali quelli che prevedono la Gestione delle Contingenze (e.g. Cavallo et al., 2010), l’Esposizione in vivo (e.g. Martin et al., 2010), l’Esposizione mediata dalla Realtà Virtuale (e.g. Giovancarli, 2016) e quelli di ultima generazione quali Mindfulness-Based Relapse Prevention (e.g. Oikonomou et al., 2016) e l’ACT (e.g. Lee et al., 2015).

Effectiveness of group cognitive-behavioural therapy on depression, anxiety, quality of life in patients with inflammatory bowel disease

Eleonora Gieccherle (Osp. Sacro Cuore Don Calabria, Negrar, Varese)
Angela Variola (Osp. Sacro Cuore Don Calabria, Negrar, Varese)
Manuela Fortuna (Osp. Sacro Cuore Don Calabria, Negrar, Varese)
Giuseppe Deledda (Osp. Sacro Cuore Don Calabria, Negrar, Varese)
Andrea Geccherle (Osp. Sacro Cuore Don Calabria, Negrar, Varese)

Abstract

Inflammatory bowel disease (IBD) causes severe physical symptoms that predict poorer quality of life (QoL). IBD is also associated with psychological comorbidities, like anxiety and depression. The objective of this study is to evaluate the feasibility and effects of a group intervention using cognitive-behavioural therapy (CBT).

L’approccio integrato al paziente chirurgico ortopedico oncologico nella fase pre-post operatoria: continuità di cura psicologica. Intervento dedicato ai famigliari ed operatori dell’equipe

Maria Grazia Manzone (AOU Città della Salute e della Scienza, Torino)
Luciana Mastronardi (AOU Città della Salute e della Scienza, Torino)
Davide Alberto Brombin (AOU Città della Salute e della Scienza, Torino)
Raimondo Piana (AOU Città della Salute e della Scienza, Torino)
Giuseppe Massazza (AOU Città della Salute e della Scienza, Torino)
Patrizia Benotto (AOU Città della Salute e della Scienza, Torino) 

Abstract

La malattia neoplastica muscolo scheletrica, e nello specifico i sarcomi, occupa un posto particolare tra le malattie a prognosi infausta e l’affezione tumorale costituisce una prova psicologica importante. Il paziente, la sua famiglia e l’équipe curante si trovano a confronto con i grandi dilemmi dell’esistenza che la malattia ortopedica oncologica implica, a causa della prognosi infausta e delle conseguenze post-chirurgiche, ad elevato carico emozionale. Pertanto l’intervento psicologico nell’ambito di un approccio multidisciplinare occorre sia rivolto sia al paziente nella presa in carico globale e in continuità di cura, sia ai famigliari che al personale dell’equipe.

L’intervento cognitivo-comportamentale di gruppo in SPDC

Valeria D’Andria (SPDC Osp. Umberto I, Salerno)
Ilaria Granato (SPDC Osp. Umberto I, Salerno)
Antonella Centanni (SPDC Osp. Umberto I, Salerno)
Franca Lepre (SPDC Osp. Umberto I, Salerno)
Maria De Angelis (SPDC Osp. Umberto I, Salerno)
Giusy Salerno (SPDC Osp. Umberto I, Salerno)
Maria Laura Mignone 
(SPDC Osp. Umberto I, Salerno) 

Abstract

La letteratura sui trattamenti dei disturbi mentali gravi indica che i risultati migliori vengono raggiunti con un approccio psicosociale, che integra i trattamenti farmacologici con quelli psicologici e di apprendimento di abilità sociali (Roth e Fonagy, 1996; Bustillo et al., 2001). In particolare, l’intervento cognitivo-comportamentale risulta efficace anche se applicato in gruppo, in fase acuta di malattia psicotica (Veltro F. 2007). L’intervento cognitivo-comportamentale di gruppo in SPDC ha avuto inizio nel mese di maggio del 2011 e prosegue tutt’oggi con incontri quotidiani.

Eziopatogenesi del Disturbo Ossessivo Compulsivo: un approfondimento su alcune ipotesi neurobiologiche e recenti frontiere di ricerca

Duscian Riccio (Specializzando TCC)
Davide Dèttore (Relatore) 

Abstract

Il presente lavoro approfondisce i risultati di alcune recenti indagini a sostegno del modello esteso del fronto-striato (FSMOCD) e il ruolo delle alterazioni dello sviluppo della connettività fronto-striato-talamo nel disturbo ossessivo compulsivo. Atipicità di sviluppo di tale circuito, distinto nei centri corticali per il controllo cognitivo (corteccia cingolata anteriore ACC) e l’elaborazione emozionale (ventrale-mediale della corteccia frontale), potrebbero favorire alterazioni nella connettività di nuclei distinti e differentemente associati al DOC in determinate fasi dello sviluppo. Altri studi evidenziano allo stesso modo iperattività della corteccia orbitofrontale potenzialmente innescata dalla preoccupazione ruminativa per gli eventi avversi futuri. Esaminando gli indici fMRI, è possibile testare se tale iperattività possa essere innescata da sentimenti negativi, in risposta all’alta probabilità di conflitto tra risposte incompatibili attive contemporaneamente. l’intento alla base egli studi analizzate è quello di unificare il contributo di neuropsicologia e neuroimaging con la tecnologia dei potenziali evento correlato (ERP).